Citazione della settimana...


"LA MORTE È LA GRAZIA DELLE GRAZIE E IL CORONAMENTO DELLA
VITA CRISTIANA. ESSA NON È UNA FINE, COME TROPPI ANCORA PENSANO, MA L'INIZIO DI
UNA BELLA RINASCITA".

- Marthe Robin -

"NON ABBIATE PAURA DELLA GIOIA".

- Papa Francesco -



SIGNORE GESU' SONO QUI DAVANTI A TE

Signore Gesù, sono davanti a te con tutte le mie miserie. So che non mi respingerai perché tu mi ami così come sono. Mi dolgo e mi pento con tutto il cuore dei miei peccati: ti prego perdonami! Nel tuo Nome perdono tutte le persone per quanto hanno fatto contro di me. Rinuncio a Satana, a tutti gli spiriti maligni ed alle loro opere e seduzioni. Ti dono tutto il mio essere, o Signore Gesù, ora e sempre. Ti invito nella mia vita, o Gesù; ti accetto come Signore, Dio e Salvatore. Guariscimi, trasformami, rafforza il mio corpo, la mia anima ed il mio spirito. Vieni Signore Gesù, immergimi nel tuo Preziosissimo Sangue e riempimi del tuo Santo Spirito. Ti Amo, Signore Gesù. Ti lodo, Gesù. Ti ringrazio. Ti seguirò per tutti i giorni della mia vita. Aiutami a non voltarmi mai indietro. A non desiderare nient'altro che te. Fammi sentire il tepore del tuo amore e la potenza del tuo Santo Corpo. Rendimi cosciente della grandezza del tuo donarti a me, misera creatura. Illumina la mia mente e il mio cuore. Irrompi con la tua luce l'intensità delle tenebre che offuscano la mia vita. Rendimi la gioia di essere salvato affinché possa vivere con te per sempre in paradiso.
Maria, mia dolce Madre, Regina della Pace, Angeli e Santi, aiutatemi, ve ne prego. Amen, Alleluia, Amen.
- Fr. Peter Mary Rookey -


IL SILENZIO

Il silenzio è mitezza. Quando non rispondi alle offese, quando non reclami i tuoi diritti, quando lasci a Dio la difesa del tuo onore, il silenzio è mitezza.
Il silenzio è misericordia. Quando non riveli le colpe dei fratelli, quando perdoni senza indagare nel passato, quando non condanni, ma intercedi nell'intimo, il silenzio è misericordia.
Il silenzio è pazienza. Quando soffri senza lamentarti, quando non cerchi consolazione dagli uomini, quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli lentamente, il silenzio è pazienza.

Il silenzio è umiltà. Quando taci per lasciare
emergere i fratelli, quando celi nel riserbo i doni di Dio, quando lasci che il tuo agire sia interpretato male, quando lasci agli altri la gloria dell'impresa, il silenzio è umiltà.
Il silenzio è fede. Quando taci, perchè è LUI che agisce, quando rinunci ai suoni, alle voci del mondo per stare alla Sua presenza, quando non cerchi comprensione, perchè ti basta essere conosciuto da Lui, il silenzio è fede.


giovedì 31 maggio 2012

Festa della visitazione: Maria si reca da Santa Elisabetta.


GRAZIE GESU' PER AVERCI DONATO MARIA!

GRAZIE MARIA PER AVER DETTO SI ALLA VOLONTA' DI DIO CHE CI HA DONATO LA

VITA ETERNA: GESU' CRISTO SIGNORE NOSTRO!


MARIA MADRE DELLA PERPETUA VISITAZIONE:

PREGA PER NOI!

3 AVE MARIA

lunedì 28 maggio 2012

Catena di preghiera per la Santa Chiesa e il Santo Padre

Formiamo una catena di preghiera per sostenere il Santo Padre, Benedetto XVI e la Santa Chiesa affinché i venti contrari che satana cerca di scagliare contro di essa, per discreditarla e portare tante anime alla perdizione, l’inferno, si infrangano sullo scudo della fede e della perseveranza dei suoi fedeli che hanno in Cristo Gesù' l'unico Signore e Maestro, reale  Via, Verità e Vita.


 
Ogni giorno impegnamoci a recitare:

1 Padre nostro
1Ave Maria
1 Gloria al Padre...
…per le intenzioni del Sommo Pontefice e le necessità della Chiesa.

Grazie a tutti!
Che Iddio, Padre onnipotente e di misericordia, vi ricompensi per quest’atto di carità a favore di tutto il genere umano, perché è dalla Chiesa che sgorgano gl’unici sacramenti di vita eterna: la Santa confessione e nella Messa, l'Eucaristia.

sabato 26 maggio 2012

Domenica di Pentecoste: "Vieni Santo Spirito"!


Per gli Ebrei è la festa che ricorda il giorno in cui sul Monte Sinai, Dio diede a Mosè le tavole della Legge – Per la Chiesa Cattolica è la festa che ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.

Origini della festa
Presso gli Ebrei la festa era inizialmente denominata “festa della mietitura” e “festa dei primi frutti”; si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; nei testi biblici è sempre una gioiosa festa agricola.
È chiamata anche “festa delle Settimane”, per la sua ricorrenza di sette settimane dopo la Pasqua; nel greco ‘Pentecoste’ significa 50ª giornata. Il termine Pentecoste, riferendosi alla “festa delle Settimane”, è citato in Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31-32..
Quindi lo scopo primitivo di questa festa, era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra, cui si aggiunse più tardi, il ricordo del più grande dono fatto da Dio al popolo ebraico, cioè la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai.
Secondo il rituale ebraico, la festa comportava il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e particolari sacrifici; ed era una delle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare a Gerusalemme.

La discesa dello Spirito Santo
L’episodio della discesa dello Spirito Santo è narrato negli Atti degli Apostoli, cap. 2; gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove presero poi a radunarsi abitualmente quando erano in città; e come da tradizione, erano affluiti a Gerusalemme gli ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio.
“Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano.
Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.
Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: ‘Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?…”.
Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in un greco accurato, prosegue con la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che unitamente a Paolo, narrato nei capitoli successivi, aprono il cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo
È il nome della terza persona della SS. Trinità, principio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. È colui che assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità (è detto anche ‘Paraclito’, cioè ‘Consolatore’).
L’Antico Testamento, non contiene una vera e propria indicazione sullo Spirito Santo come persona divina. Lo “spirito di Dio”, vi appare come forza divina che produce la vita naturale cosmica, i doni profetici e gli altri carismi, la capacità morale di obbedire ai comandamenti.
Nel Nuovo Testamento, lo Spirito appare talora ancora come forza impersonale carismatica. Insieme però, avviene la rivelazione della ‘personalità’ e della ‘divinità’ dello Spirito Santo, specialmente nel Vangelo di san Giovanni, dove Gesù afferma di pregare il Padre perché mandi il Paraclito, che rimanga sempre con i suoi discepoli e li ammaestri nella verità (Giov. 14-16) e in san Paolo, dove la dottrina dello Spirito Santo è congiunta con quella della divina redenzione.
Il magistero della Chiesa insegna che la terza Persona procede dalla prima e dalla seconda, come da un solo principio e come loro reciproco amore; che lo Spirito Santo è inviato per via di ‘missione’ nel mondo, e che esso ‘inabita’ nell’anima di chi possiede la Grazia santificante.
Concesso a tutti i battezzati (1 Corinzi, 12, 13), lo Spirito fonda l’uguale dignità di tutti i credenti. Ma nello stesso tempo, in quanto conferisce carismi e ministeri diversi, l’unico Spirito, costruisce la Chiesa con l’apporto di una molteplicità di doni.
L’insegnamento tradizionale, seguendo un testo di Isaia (11, 1 sgg.) enumera sette doni particolari, sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Essi sono donati inizialmente con la grazia del Battesimo e confermati dal Sacramento della Cresima.

Simbologia
Lo Spirito Santo, rarissimamente è stato rappresentato sotto forma umana; mentre nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù è sotto forma di colomba, e nella Trasfigurazione è come una nube luminosa.
Ma nel Nuovo Testamento, lo Spirito divino è esplicitamente indicato, come lingue di fuoco nella Pentecoste e come soffio nel Vangelo di Giovanni (20, 22); “Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo aver detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.
Lo Spirito Santo, più volte preannunciato nei Vangeli da Gesù, è stato soprattutto assimilato al fuoco che come l’acqua è simbolo paradossale di vita e di morte.
Nell’Antico Testamento, Dio si rivela a Mosè sotto forma di fuoco nel roveto ardente che non si consuma; nella colonna di fuoco Dio Illumina e guida il popolo ebraico nelle notti dell’Esodo; durante la consegna delle Tavole della Legge a Mosè, per la presenza di Dio il Monte Sinai era tutto avvolto da fuoco.
Nelle visioni profetiche dell’Antico Testamento, il fuoco è sempre presente e Dio apparirà alla fine dei tempi con il fuoco e farà giustizia su tutta la terra; anche nel Nuovo Testamento, Giovanni Battista annuncia Gesù come colui che battezza in Spirito Santo e fuoco (Matteo, 3, 11).

La Pentecoste nel cristianesimo
I cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste, il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua. A quanto sembra, fu Tertulliano, apologista cristiano (155-220), il primo a parlarne come di una festa particolare in onore dello Spirito Santo. Alla fine del IV secolo, la Pentecoste era una festa solenne, durante la quale era conferito il Battesimo a chi non aveva potuto riceverlo durante la veglia pasquale.
Le costituzioni apostoliche testimoniano l’Ottava di Pentecoste per l’Oriente, mentre in Occidente compare in età carolingia. L’Ottava liturgica si conservò fino al 1969; mentre i giorni festivi di Pentecoste furono invece ridotti nel 1094, ai primi tre giorni della settimana; ridotti a due dalle riforme del Settecento.
All’inizio del XX secolo, fu eliminato anche il lunedì di Pentecoste, che tuttavia è conservato come festa in Francia e nei Paesi protestanti.
La Chiesa, nella festa di Pentecoste, vede il suo vero atto di nascita d’inizio missionario, considerandola insieme alla Pasqua, la festa più solenne di tutto il calendario cristiano.
Nella LiturgiaLo Spirito Santo viene invocato nel conferimento dei Sacramenti e da vero protagonista nel Battesimo e nella Cresima e con liturgia solenne nell’Ordine Sacro; e in ogni cerimonia liturgica, ove s’implora l’aiuto divino, con il magnifico e suggestivo inno del “Veni Creator”, il cui testo in latino è incomparabile.
Nella solennità di Pentecoste si recita la Sequenza, il cui testo della più alta innologia liturgica, si riporta a conclusione di questa scheda come preghiera, meditazione, invocazione allo Spirito Santo.
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Veni creator

Veni, creator Spiritus,
mentes tuorum visita,
imple superna gratia
quae tu creasti pecora.

Qui diceris Paraclitus,
donum Dei altissimi,
fons vivus, ignis, caritas
et spiritalis unctio.

Tu semptiformis munere,
dextrae Dei tu digitus,
tu rite promissum Patris
sermone ditans guttura.

Accende lumen sensibus,
infunde amorem cordibus,
infirma nostri corporis
virtute firmans perpeti.

Hostem repellas longius
pacemque dones protinus;
ductore sic te praevio
vitemus omne noxium.

Per te sciamus da Patrem,
noscamus atque Filium,
te utriusque Spiritum
credamus omni tempore.
Amen.
Vieni Santo Spirito (Sequenza)

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni padre dei poveri,
vieni datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
sana ciò ch’è sviato.

Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Amen.


Autore:

Antonio Borrelli

sabato 19 maggio 2012

Ascensione del Signore: discesa dello Spirito Santo


A quaranta giorni esatti dalla celebrazione della Pasqua (che significa passaggio), da questa sera, la Santa Madre Chiesa coinvolge i suoi figli in quella che è chiamata: la festa dell’Ascensione di Gesù al cielo.
È una festa a tutti gli effetti e non semplicemente un evento e capiremo perché.
Cerchiamo prima di inquadrare gli eventi. Gesù Cristo è morto in Croce. I discepoli ad eccezione di Giovanni, rimasto sino all’ultimo sotto la Croce assieme a Maria Vergine, sono dispersi a causa della persecuzione delle folle e dei sommi sacerdoti. Ormai scorati, “infreddoliti” per la perdita della Guida suprema tornano ognuno alle proprie occupazioni, convinti che tutto fosse ormai finito con il feroce supplizio. Ma quale sorpresa li attendeva! Il Maestro è risorto! È apparso alle donne, a Pietro e a Giovanni e dopo di essi, per l’appunto per quaranta giorni, ai cosiddetti “settantadue”.
In questo tempo, il Signore Gesù tornerà spesso a fare visita ai suoi, per dimostrare loro che le sue parole non vengono mai meno e che il tempio dopo tre giorni, come aveva detto alludendo al suo corpo e non al tempio di Gerusalemme, era stato ricostruito, era risorto e le apparizioni ne erano la testimonianza. Non a caso i discepoli di Emmaus, a cui apparve, lo riconobbero nelle sue parole al punto da dire fra loro, dopo che il Maestro si allontanò da essi: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32).
Dunque, in questi quaranta giorni dopo Pasqua, il Signore torna, per un tempo definito per confermare i suoi discepoli, donare loro nuovamente parole di conforto, indirizzo e amore affinché comprendessero il senso delle Scritture e di quanto era accaduto nella crocifissione.
Tuttavia, Gesù dirà apertamente che dovrà nuovamente andar via, ovverosia: ascendere al Padre e ciò non dovrà farli nuovamente cadere nello sconforto, nell’agitazione giacché se Egli sale a Dio, per ciò stesso scenderà su di essi il dono dello Spirito Santo. È per questo che all’inizio di queste poche righe si è detto che la solennità di domani è una festa e non una perdita, un lutto: Gesù sale e discende sull’umanità tutta, rappresentata dai dodici apostoli con Maria Santissima riuniti nel cenacolo, lo Spirito di Dio. Per questa ragione la celebrazione di domani e strettamente legata a quella di domenica prossima e cioè la feste della Pentecoste, ovvero la discesa dello Spirito Paraclito sulla Chiesa, dopo cinquanta giorni, a seguito dell’ascensione di Gesù al cielo. Ecco perché il Signore con parole dolci ammonì i suoi dicendo loro di non temere perché non li avrebbe lasciti orfani, ma avrebbe mandato loro la terza Persona della Santissima Trinità: il Consolatore.
Ebbene, non temiamo mai d’esser soli, ancorché abbandonati da tutti. Desideriamo ascoltare Gesù? Apriamo il Vangelo! Desideriamo colmare la sete insaziabile che ogni uomo ha d’amore e d’amare? Rechiamoci alla Santa Messa e mangiando il suo Corpo e bevendo il suo Sangue riempiremo ogni vuoto spirituale ed esistenziale. Desideriamo perdono e misericordia? Accostiamoci al sacramento della confessione e troveremo fiumi in piena di compassione e di indulgenza per ogni nostro peccato, fosse anche il peggiore!
La ragione di queste certezze? Esse risiedono in un’unica affermazione di Colui, Gesù Signore, che ha donato la sua vita per ognuno di noi: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20b).
Già da questa sera, prepariamoci a celebrare la ragione della nostra gioia: l’ascesa di Gesù al cielo e contemporaneamente disponiamoci a ricevere, tra otto giorni lo Spirito Santo recitando la seguente preghiera, possibilmente ogni giorno e non solo fino alla solennità, ma ogni santo giorno che Iddio ci dona, perché lo Spirito del Padre ci sia di guida, conforto e sostegno nella nostra esistenza.   

SEQUENZA ALLO SPIRITO SANTO

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

3 Gloria al padre

Per te con amore

Beata Teresa di Calcutta

Figlia mia,
e' da molto tempo ch...
e desidero dirti qualcosa.
Oggi voglio ricordarti che ti amo.
SE ANCHE I MONTI SI SPOSTASSERO E LE COLLINE CAVALCASSERO,
l' amore che ho x te non si allontanerebbe mai da te.
IO non posso smettere di amarti x nessun motivo,
IO sono fedele alla mia promessa, e compio la mia parola.
Ti tengo tatuata nel palmo della mia mano.
Quando ti senti debole o malata, tu hai un padre che ti protegge.
La mia mano e' sopra di te e si prende cura della tua vita.
Sei speciale x me.
Se qualcuno ti attacca e cerca di danneggiarti,
Io prendo la tua causa nelle mie mani.
Figlia mia, Ti amo incondizionatamente.
Non importa quello che sei,
Ti amo.
Quale la tenerezza di una madre x i suoi figli,
cosi sono io con te.
Il mio more dipende da te, se non da me.
Puo' forse una madre dimenticarsi del suo grembo?
Anche se ella si dimenticasse, Io non dimentichero'.
Ti amo come sei.Io ti ho formato cosi quando ti ho creato.
Io ti amo, sia giovane o anziana, povera o ricca,
sia che tu ti senta bella o brutta.
Mi piace il colore della tua pelle.
Cosi ti amo.
Non ti amo x tutte le qualita',
ne i tuoi difetti impediscono che ti continui ad amare.
Il peccato non mi impedisce di amarti.
Io lavo le tue ferite.
Soffro la tua solitudine .
Quando hai dei problemi, IO sono con te.
Quando dormi iO veglio il tuo sonno,
quando cammini , Io cammino con te.
quando piangi, Io sono il tuo consolatore.
Quando ti senti sola, Io sono la tua compagnia.
Confidami le tue preoccupazioni.
Io mi occupo di esse.
Io rispondo x te.
Davanti ai tuoi nemici, sono il Tuo scudo.
Conta su di me incondizionatamente,
perche'' non tu hai scelto Me,
ma Io ho scelto te.
Io ti ho cercata come il pastore cerca la pecora perduta.
IO non sono venuto a salvare i buoni,
ma coloro che hanno bisogno del Mio amore.
Voglio che sappi che ho un piano meraviglioso x te,
L amore che ho x te, non ti costa nulla.
L' unica cosa che oggi ti chiedo,
e' che ti lasci amare .
Lasciati amare, ..
Solo lasciati amare.
TI AMO!
TUO PAPA' DIO!

mercoledì 16 maggio 2012

Il Papa: “La situazione della Chiesa è drammatica”



Nel corso della Messa del Crisma Benedetto XVI risponde all’appello lanciato dal movimento

di monsignor Helmut Schueller che chiede anche l’ordinazione per le donne.

E poi avverte: “Situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi, sacerdoti si interroghino”


CITTA’ DEL VATICANO (5 aprile 2012) - “La disobbedienza al Magistero”, la richiesta di “ordinazione delle donne” non sono “una via per rinnovare la Chiesa, resta la necessità di conformarsi a Cristo anche “nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi”.

Così il Papa, nel corso della Messa del Crisma celebrata nella Basilica di San Pietro, ha fatto riferimento al movimento dissidente dei preti austriaci, circa 400, che hanno sottoscritto un documento in favore della disobbedienza e chiesto riforme radicali alla Chiesa. Il movimento nato in Austria ha poi raccolto consensi in Germania, Irlanda, Belgio.

“Di recente -ha infatti affermato il Pontefice- un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero - ad esempio nella questione circa l’ordinazione delle donne, in merito alla quale il Beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore”.

“La disobbedienza al Magistero -ha aggiunto il Papa- è una via per rinnovare la Chiesa? Vogliamo credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi. Ma la disobbedienza è veramente una via?”.

Il movimento al quale il Papa fa riferimento è quello guidato da monsignor Helmut Schueller, 59 anni, parroco di St. Stephan nel villaggio di Probstdorf. In passato è stato presidente della Caritas austriaca e vicario generale del Cardinale Arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn.

La sua fama, però, nasce dopo quando, finito il sodalizio con Schoenborn, nel 2006 lancia la ‘Pfarrer-Initiative’, la iniziativa dei parroci, un “appello alla disobbedienza” che chiede, tra l’altro,

il sacerdozio femminile,

la comunione ai divorziati risposati,

rivedere la messa non più come sacrificio,

l’abolizione dell’obbligo del celibato,

l’apertura ai laici,

ridimensionare il primato del papa,

aggiornamenti nella liturgia.

Insomma, riformare la Chiesa. All’inizio solo pochi sacerdoti seguono Schueller. Poi la protesta si ingrossa. Firmano l’appello decine, poi centinaia di preti. Oggi sono 400, pari a un decimo del clero austriaco. E un recente sondaggio della Gfk-Umfrage ha rilevato che il 72% dei preti austriaci “simpatizza” con l’appello.

mercoledì 9 maggio 2012

" Quindici minuti con Gesù "

GESÙ: Non è necessario, figlio mio, sapere molto per farmi piacere.
Basta che tu abbia fede e che ami con fervore.
Se vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più,
se vuoi farmi piacere immensamente, confida in me immensamente.
Allora parlami come parleresti con il più intimo dei tuoi amici,
come parleresti con tua madre o tuo fratello.


VUOI FARMI UNA SUPPLICA IN FAVORE DI QUALCUNO?
Dimmi il suo nome, sia quello dei tuoi genitori,
dei tuoi fratelli o amici, o di qualche persona a te raccomandata...
Dimmi subito cosa vuoi che faccia adesso per loro.
L'ho promesso: “chiedete e vi sarà dato.
Chi chiede ottiene” Chiedi molto, molto.
Non esitare nel chiedere.
Ma chiedi con fede perché io ho dato la mia parola:
“Se aveste fede quanto un granellino di senape potreste dire al monte:
levati e gettati nel mare ed esso ascolterebbe.
Tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato”.
Mi piacciono i cuori generosi
che in certi momenti sono capaci di dimenticare se stessi
per pensare alle necessità degli altri.
Così fece mia Madre a Cana in favore degli sposi
quando nella festa dello sposalizio è venuto a mancare il vino.
Mi chiese un miracolo e l'ottenne.
Così fece anche quella donna cananea che mi chiese di liberare la figlia dal demonio,
ed ottenne questa grazia specialissima.
Parlami dunque, con la semplicità dei poveri, di chi vuoi consolare,
dei malati che vedi soffrire, dei traviati che vorresti tornassero sulla retta via,
degli amici che si sono allontanati e che vorresti vedere ancora accanto a te,
dei matrimoni disuniti per i quali vorresti la pace.
Ricorda Marta e Maria quando mi supplicarono per il fratello Lazzaro
ed ottennero la sua risurrezione.
Ricorda Santa Monica che,
dopo avermi pregato durante trent'anni per la conversione del figlio,
grande peccatore, ottenne la sua conversione e diventò il grande Sant'Agostino.
Non dimenticare Tobia e sua moglie che con le loro preghiere
ottennero fosse loro inviato l‘Arcangelo Raffaele per difendere il figlio in viaggio,
liberandolo dai pericoli e dal demonio,
per poi farlo ritornare ricco e felice affianco dei suoi familiari.
Dimmi anche una sola parola per molte persone, ma che sia una parola d'amico,
una parola del cuore e fervente.
Ricordami che ho promesso: “Tutto è possibile per chi crede.
Il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!
Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà “.


E PER TE HAI BISOGNO DI QUALCHE GRAZIA?

Se vuoi farmi una lista delle tue necessità e vieni a leggerle in mia presenza;
ricorda il caso del mio servo Salomone,
mi chiese la saggezza e gli fu concessa in abbondanza.
Non dimenticare Giuditta che implorò grande coraggio e l'ottenne.
Tieni presente Giacobbe che mi chiese prosperità
(promettendomi di dare in opere buone la decima parte di quanto avesse avuto)
e gli fu concesso molto, generosamente, tutto quello che desiderava e ancor di più.
Sara mi pregò ed io allontanai il demonio che la tormentava.
Magdalena pregò con fede e la liberai dalle brutte abitudini.
Zaccheo con la preghiera si liberò dal dannoso attaccamento al denaro
e si trasformò in uomo generoso.
E tu. . . cosa vuoi che ti conceda?
Dimmi sinceramente se sei orgoglioso, se ami la sensualità e la pigrizia,
Che sei egoista, incostante. Che trascuri i tuoi doveri.
Che giudichi severamente il tuo prossimo, dimenticando la mia proibizione:
“non giudicate per non essere giudicati; non condannate e non sarete condannati”.
Dimmi se parli senza carità degli altri.
Che ti preoccupi di più di quello che pensano gli altri di te
che di quello che “pensa Dio”.
Che ti lasci dominare dalla tristezza e dal malumore.
Che rifiuti la tua vita, la tua povertà, i tuoi mali, il tuo lavoro,
il modo come ti trattano, dimenticando quello che dice il Libro Santo:
“Dio dispone tutte le cose per il bene di quelli che lo amano”.
Dimmi se hai l'abitudine di dire bugie,
che non domini il tuo sguardo nè la tua immaginazione,
che preghi poco senza fervore,
che le tue confessioni sono fatte senza dolore
e senza l'intenzione di evitare poi le occasioni di peccato,
e per questo cadi sempre nelle stesse mancanze.
Che la messa la segui male e le comunioni le fai senza preparazione
e con poche azioni di grazia.
Che sei pigro ed hai paura dell'apostolato.
Che qualche volta passi alcuni giorni senza leggere neanche una pagina della Bibbia...
Ed io ti ricorderò i miei insegnamenti
che porteranno una trasformazione totale nella tua vita.
Ti dirò ancora: “Dio umilia gli orgogliosi ma gli umili colma di grazie... “.
“Se trascuri i piccoli doveri trascurerai anche quelli grandi.
Di ogni parola dannosa che uscirà dalla vostra bocca
dovrete renderne conto il giorno del giudizio.
Beati quelli che ascoltano la parola del Signore e la mettono in pratica “.
Non ti vergognare, povera anima!
Ci sono in cielo molti giusti e tanti santi di prim'ordine
che hanno avuto gli stessi tuoi difetti.
Ma pregarono con umiltà e poco a poco si sono liberati di essi.
Perché “non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”
e perché “Dio non rifiuta mai un cuore umiliato e pentito.
Il miglior dono per Dio è un cuore pentito”.
E non esitare neanche nel chiedermi beni spirituali e materiali,
salute, memoria, simpatia, successo nel lavoro, negli studi e negli affari.
Andare d'accordo con tutte le persone.
Nuove idee per i tuoi affari, amicizie che ti siano utili,
buon carattere, pazienza, allegria, generosità, amore per Dio, odio al peccato...
Tutto questo posso darti e ti do, e desidero che tu mi chieda,
sempre e quando favorisca ed aiuti la tua santità e non si opponga ad essa.
Ma in tutto devi sempre ripetere la mia preghiera nell'orto:
il Padre, non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi Tu'.
Perché molte volte quel che chiede una persona non conviene per la sua salvezza,
ed allora nostro Padre gli concede altri doni che gli faranno maggior bene.


E PER OGGI?

Che ti occorre?
Cosa posso fare per il tuo bene?
Se tu sapessi il desiderio che ho di favorirti.
Ho dato da mangiare a cinquemila persone con solo cinque pani,
perché ho visto che ne avevano bisogno.
Ho calmato la tempesta quando gli apostoli mi svegliarono.
Ho risuscitato la figlia di Giairo quando suo padre mi chiese di farlo.
Anche tu dovrai ripetere col profeta:
“Chi si è rivolto al Signore e non è stato ascoltato ?"


HAI ADESSO FRA LE MANI QUALCHE PROGETTO?

Raccontami nei dettagli. Cosa ti preoccupa ? Cosa pensi di fare ? Cosa vuoi ?
Come posso aiutarti ? Magari ricordi sempre la frase del salmista:
“Quel che ci porta al successo non sono i nostri affanni.
Quel che ci porta al successo è la benedizione di Dio.
Raccomandati a Dio nelle tue preoccupazioni e vedrai realizzarsi i tuoi buoni desideri.”
Gli israeliti desideravano occupare la terra promessa.
Mi supplicarono e lo concessi; David voleva vincere Golia, Mi pregò e l'ottenne;
i miei apostoli volevano che aumentassi la loro fede,
Mi chiesero questo favore e lo concessi con enorme generosità.
E tu..,cosa vuoi che ti conceda ?


COSA POSSO FARE PER I TUOI AMICI ?

Cosa posso fare per i tuoi superiori, per le persone che vivono nella tua casa,
nel tuo quartiere, che trovi nel tuo cammino,
per le persone delle quali dovrai rendere conto il giorno del giudizio ?
Geremia pregò per la città di Gerusalemme e Dio la colmò di benedizioni,
Daniele pregava per i suoi connazionali
ed ottenne che diminuissero molte loro pene.
E tu, cosa mi chiedi per i tuoi vicini di casa,
per il tuo quartiere, per la tua regione, per la tua patria.


E PER I TUOI GENITORI ?

Se sono già morti ricorda che
“è una opera santa e buona pregare Dio per i morti,
perché riposino dalle loro pene”.
E se sono ancora viventi, cosa vuoi per loro?
Più pazienza nelle loro pene, nei loro problemi di salute ?
Un carattere piacevole ? Comprensione in famiglia ?
Le preghiere di un figlio non possono essere respinte da chi, a Nazareth,
per trent'anni è stato esempio di amore filiale.


C'È QUALCHE FAMILIARE CHE HA BISOGNO DI QUALCHE FAVORE ?

Prega per lui o per lei
e io farò della tua famiglia un tempio d'amore e conforto,
e verserò a mani piene sui tuoi familiari le grazie e gli aiuti necessari
per essere felici nel tempo e nell'eternità.


E PER ME?

Non desideri da me grazia e amicizia?
Non vorresti fare del bene al tuo prossimo, ai tuoi amici, a chi ami forse molto,
ma che vivono lontani dalla religione o non la praticano nel modo giusto ?
Sono padrone dei cuori che, rispettando la loro libertà,
porto dolcemente verso la santità e l'amore di Dio.
Ma ho bisogno di persone che preghino per loro.
Nel Vangelo ho lasciato questa promessa:
“Il Padre vostro celeste darà lo spirito santo a coloro che glielo chiedono”
Chiedimi per i tuoi familiari quel buon spirito,
che si ricordino dell'eternità che li aspetta,
di prepararsi un buon tesoro in cielo facendo in questa vita moltissime opere buone
e pregando ininterrottamente.
Lavorando per la salvezza della tua famiglia e degli altri non dimenticare mai
la stupenda promessa del profeta: “coloro che avranno indotto molti alla giustizia
risplenderanno come le stelle per sempre”.


SEI FORSE TRISTE O DI MALUMORE ?

Raccontami. Raccontami, anima sconsolata, le tue tristezze in ogni dettaglio.
Chi ti ha ferito ? Chi ha ferito il tuo amor proprio ? Chi ti ha disprezzato ?
Dimmi se ti va male nel tuo lavoro e io ti dirò le cause del tuo insuccesso.
Non vorresti che mi occupassi di qualcosa per te ?
Avvicinati al mio cuore che ha un balsamo efficace per tutte le ferite del tuo.
Raccontami tutto e in breve mi dirai che, come Me, tutto perdoni e tutto dimentichi,
perché “le pene di questa vita non sono comparabili
con l'immensa gioia che ci attende quale premio nell'eternità”.
Senti l'indifferenza di persone
che prima ti hanno voluto bene ma che ora ti dimenticano
e si allontanano da te senza motivo ?
Prega per loro.
Il mio amico Giobbe pregò per quelli che con lui sono stati ingrati,
e la bontà divina li perdonò, e li fece tornare alla sua amicizia.


VUOI RACCONTARMI QUALCHE GIOIA ?

Perché non mi fai partecipe di essa, come buon amico ?
Raccontami quello che da ieri o dalla tua ultima visita a Me
ha consolato e ha fatto sorridere il tuo cuore.
Forse hai avuto gradevoli sorprese.
Magari sono sparite certe angosce o paure per il futuro.
Hai superato qualche ostacolo, oppure, sei uscito da qualche difficoltà impellente ?
Tutto questo è opera mia, lo ti ho procurato tutto questo.
Quanto mi rallegrano i cuori grati
che come il lebbroso guarito, tornano per ringraziare,
ma molto mi rattristano gli ingrati che, come i nove lebbrosi del Vangelo,
non tornano per ringraziare per i benefici ricevuti.
Ricorda che
“chi ringrazia per un beneficio ottiene che gli si concedano degli altri”.
Dimmi sempre un “grazie” con tutto il cuore.


E POI... NON HAI QUALCHE PROMESSA DA FARMI ?

Già lo sai che leggo nel fondo del tuo cuore.
Gli umani si ingannano facilmente. Dio no. Parlami allora con sincerità.
Hai il fermo proposito di non esporti più a quella occasione di peccato ?
Di privarti di quel giornale, rivista, film,
programma televisivo che danneggia la tua anima?
Di non leggere quel libro che ha eccitato la tua immaginazione ?
Di non trattare quella persona che ha turbato la pace della tua anima ?
Di stare in silenzio quando senti che arriva la collera ?
Perché
“gli imprudenti dicono quello che sentono dentro di se quando sono di malumore,
ma i prudenti rimangono sempre in silenzio quando sono di malumore,
e sanno dissimulare le offese ricevute”.
Vuoi fare il buon proposito di non parlare male di nessuno,
anche quando credi che quel che dici è verità ?
Di non lamentarti perché è dura la vita ?
Di offrirmi le tue sofferenze in silenzio
invece di andare in giro rinnegando le tue pene ?
Di lasciare ogni giorno un piccolo spazio per leggere
qualche cosa che ti sia di profitto, specialmente la Bibbia ?
Così diranno anche di te: “ascolta la parola di Dio e la mette in pratica,
sarà come una casa costruita sulla roccia, non crollerà “.
Sarai ancora amabile con le persone che ti hanno trattato male ?
Avrai da ora in poi un volto allegro ed un sorriso amabile ?
Anche con quelli che non hanno molta simpatia per te ?
Ricorda le mie parole: “Se saluti solo quelli che ti amano, che merito ne hai ?
Anche i cattivi fanno così. Perdona e sarai perdonato.
Un volto amabile rallegra i cuori degli altri.”


E ADESSO RITORNA ALLE TUE OCCUPAZIONI...

Ma non dimenticare questi quindici minuti di gradevole conversazione
che abbiamo avuto qui nella solitudine del santuario.
Conserva più che puoi il silenzio, la modestia e la carità con il prossimo.
Ama mia Madre, che è anche Madre tua.
Ricorda che essere buon devoto della Vergine Maria è segno di sicura salvezza.


Sant'Antonio Maria Claret - Vescovo