mercoledì 29 maggio 2013
Novena al Sacro Cuore di Gesù in preparazione alla Solennità del primo venerdì dopo il Corpus Domini.
NOVENA AL SACRO CUORE DI GESU'
1. O mio Gesù, che hai detto: «In verità vi dico, chiedete e riceverete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto». Ecco che io busso, io cerco, io chiedo la grazia...
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre. Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.
2. O mio Gesù, che hai detto: «In verità vi dico, tutto quello che chiederete al Padre mio nel mio nome, ve lo concederà». Ecco che al Padre tuo, nel tuo nome, io chiedo la grazia...
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre. Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.
3. O mio Gesù, che hai detto: «In verità vi dico, il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Ecco che, appoggiato all'infallibilità delle tue sante parole, io chiedo la grazia...
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre. Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.
O Sacro Cuore di Gesù, cui è impossibile non aver compassione degli infelici, abbi pietà di noi, poveri peccatori, e concedici la grazia che ti domandiamo per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, tua e nostra tenera Madre.
San Giuseppe, padre putativo del Sacro Cuore di Gesù, prega per noi. Salve Regina.
(Recitata ogni giorno da San Pio da Pietrelcina per tutti quelli che si raccomandavano alle sue preghiere)
mercoledì 22 maggio 2013
È il corpo che, sacro in sé stesso, rende santo l’agire dell’uomo.
In
cosa risiede la sacralità del corpo? Il motivo è certamente la natura umana
assunta dallo stesso nostro Signore Gesù, il quale nascendo dalla Vergine Maria
ha riscattato il genere umano dalla morte eterna, riabilitando, allo stesso
tempo, l’immagine della donna (in Maria Santissima) trasformandola in una
creatura non più portatrice di peccato e santificandone il grembo, come “luogo”
di vita, La Vita: Cristo Gesù. Si recita in un preghiera rivolta alla Madre di
Dio, Maria: “O Donna gloriosa, alta sopra
le stelle, tu nutri sul tuo seno il Dio che ti ha creato. La gioia che Eva ci
tolse ci rendi nel tuo Figlio e dischiudi il cammino verso il regno dei cieli”.
Se
ciò descrive la motivazione in astratto più evidente, al punto che San Paolo
scriverà: “Cristo Gesù, (…) pur essendo
di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma
spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli
uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla
morte e alla morte di croce…” (Fil 2, 5-8), in concreto l’intangibilità del
corpo, la sua sacralità, deriva dal battesimo e prosegue nelle varie e
possibili consacrazioni che l’essere umano può ricevere nel corso della sua
vita.
IL
battesimo è un sacramento di stato; cioè esso, per mezzo della fede dei
genitori in Gesù Cristo, ci fa essere nello stato (nella condizione) di divenire cristiani, ovvero di
coloro che credono nel Signore Gesù Cristo. Ciò se si è ancora incapaci di
esprimere una volontà precisa. Se si è adulti dopo un’appropriata
catechizzazione sulle verità di fede divenendo membri della Chiesa. Dunque, una
volta divenuti figlio di Dio e fratelli in Cristo, ed aver seppellito il
peccato nell’acqua del battessimo, indice di morte e resurrezione, il corpo
riacquista quella sacralità primordiale, sebbene possa, ma non debba
necessariamente essere, sotto la schiavitù del peccato. Infatti, da essa, dalla
schiavitù del peccato, è il battessimo stessi ad averci liberato ed aver reso
la carne dell’uomo capace di astenersi dalla passionalità e dalla concupiscenza
che afferra ed assilla i desideri dell’uomo.
Pertanto
divenuto sacro ciò che non lo era più a causa del peccato originale, da lì in
poi una violazione di un corpo non solo nella sua fisicità, ma anche di un suo
“impiego” in atti o attività contrarie alla sacralità di cui è intriso, nega
quella figliolanza in Dio Padre e fraternità in Cristo Signore donataci per un
puro atto d’amore. In ragione di ciò sussiste l’astensione, necessaria ed
imprescindibile, da qualunque idea di utilizzo, cioè teso al puro ed egoistico
piacere: fisico, economico, diretto al potere, alla sottomissione e più
ingenerale verso tutto ciò che mortifica tale natura umana resa sacra per
volontà divina. Non a caso solo dopo il battesimo è possibile accedere al Corpo
e Sangue di Cristo, l’Eucaristia, così come solo dopo che ci si è accostati ad
Essa è possibile accedere a tutti gli altri sacramenti (tranne per la
Confessione che divine il mezzo per potersi avvicinare alla Comunione), i quali
se ben accolti e vivificati da un costante rapporto con Dio accrescono la
grazia che santifica il corpo. Per grazia si intende: la permanenza di Dio nel
cuore dell’uomo per mezzo della sua carità.
Tale
analisi, dell’inviolabilità del corpo umano, si concretizza non solo
nell’ottica d’una specifica attività ministeriale legata ad una particolare consacrazione
(sacerdotale, monastica, claustrale).
Per
meglio comprendere un tale legame ci si deve immedesimare nel sesto
comandamento laddove il “Non commettere atti impuri” si
riversa: nel matrimonio, nel fidanzamento, nei riguardi del prossimo in generale,
nel rapporto con Dio e con se stessi, nella rinunciare a commettere adulterio,
cioè tradire quella sacralità che:
a. nel matrimonio si esprime nel vincolo stretto
innanzi al Signore,
b. nei confronti del fidanzamento, del prossimo in
generale e verso se stessi, dall’astenersi dall’utilizzare il corpo come
strumento di egoistico piacere.
Questo
perché ognuno, pur essendo libero d’amare, nell’istante in cui si assume questo
impegno, cioè amare, deriva, immediata, la responsabilità dell’amore stesso. La parola libertà non può mai essere
svicolata dalla parola responsabilità! Dunque, la disponibilità del proprio
corpo esiste nella misura in cui esso viene impiegato in atti che glorificano
Dio, edificano il prossimo e santificano la propria esistenza.
Il
passaggio, quindi, è da sacro a sacro, da atto rivolto a Dio e da lui benedetto
ad un altrettanto atto benedetto. Questo legame e assai visibile nella
quotidianità. Difatti, abbandonato il peccato per mezzo della morte e
risurrezione nell’acqua del battessimo, il passo successivo è rinforzare il
corpo nell’Eucaristia e, in successione, confermare il proprio “Si” a Dio nella
cresima, ed in ultimo optare per una consacrazione che accompagni l’essere
umano per tutto il resto della sua vita: o mediante l’accesso all’Ordine Scaro
o per mezzo d’una consacrazione laica al servizio del prossimo e della Chiesa o
nel sacro vincolo del matrimonio. Tutto ciò che fuoriesce da una tale
prospettiva di crescita e che impieghi il corpo in maniera differente, lo
dissacra e lo allontana in una pericolosa spirale di perdizione eterna. Da ciò
deriva che: è il copro, reso sacro per
mezzo degli stessi sacramenti, a rendere sacro tutto ciò che viene svolto in
sua funzione. Il corpo è riconsegnato alla sacralità per mezzo del
battessimo e in seguito, tale sacralità, è accresciuta e perfezionata dalla
comunione con il Corpo e Sangue di Gesù Signore nell’Eucaristia, alla quale ci
si prepara con il sacramento della Confessione. Dopo questo passaggio il corpo
è in grado di dispensare santità per se stessi, per coloro che ci sono accanto
e per le attività svolte.
Per coloro che crescono la relazione fra la sacralità del corpo e le
attività quotidiane nell’adempimento dei doveri filiali, scolastici o
lavorativi, si concretizza rifiutando, per mezzo degli insegnamenti ricevuti
dalla Chiesa e dalla famiglia, ciò che da essi si discosta: la pigrizia,
l’ozio, la disobbedienza, il rispetto del proprio corpo ravvisabile in una cura
non ossessiva dello stesso, nella pratica di sport per un suo benessere e non
come mezzo di seduzione e nell’intangibilità della propria intimità a fini
strettamente egoistici, come il piacere dei sensi mascherato da amore, che
sebbene fosse presente, sarebbe in se stesso acerbo ed incapace di generare
alcun tipo di frutto perché non consacrato nel vincolo del matrimonio dal
Signore Gesù.
Quanto a coloro
che dopo essere cresciuti ed aver
confermato la loro adesione alla Santa Madre Chiesa, e più strettamente a
Cristo Gesù nella cresima, hanno optato per una consacrazione familiare nel
matrimonio, il legame tra sacralità del corpo ed atti che con esso si compiono
è ravvisabile: nella fedeltà alle promesse battesimale e nella fedeltà al
sacramento celebrato e dunque in una totale astensione da tutto ciò che stimoli
atti adulteri in:
-
pensieri
(ravvisabili nel desiderare la donna/uomo d’altri),
-
parole
(apprezzamenti sconvenienti e fuori posto nei riguardi di altre creature
anch’esse intoccabili in quanto sacri a Dio stesso ed in ragione del vincolo
stretto nel matrimonio),
-
opere
(per mezzo di atti impuri, tradimenti o anche semplici frequentazioni che possano
indurre ad infedeltà platoniche, utilizzo di materiali osceni e immorali che in
quanto tali degradano la natura dell’uomo a semplice oggetto di piacere,
parificandolo ad una cosa priva di anima e di intelletto e dunque della quale
si ritiene di poter usare come un cosa);
-
omissioni (il
disinteresse verso il proprio coniuge, il disamore nella vita quotidiana con
riguardo alle sofferenze, alle problematiche, o anche il rifiuto di qualunque
condivisione gioiosa e più in generale di tutto ciò che si allontana dal mondo
interiore ed esteriore dell’altro).
Nel mondo lavorativo e relazionale
di colui che adulto ha scelto la
via del matrimonio o del celibato (potenzialmente consacrabile a Dio) la
sacralità del corpo deve esprimersi nella lealtà, nella correttezza e fedeltà
ai Dieci Comandamenti che Iddio ci ha donato e che fanno del nostro essere
viventi una continua lode al Creatore, la quale si riversa, come immediata
conseguenza, nel prossimo.
In
ciò la propria corporeità si esprimerà:
Ø Nei riguardi di
Dio nel:
- Non avere altro Dio al di fuori di Lui => dio-lavoro; dio-sport, dio-corpo, dio- amici, dio-pratiche occulte, divinatorie, esoteriche e sataniche;
- Non nominare il Suo Nome invano => bestemmie, imprecazioni, esclamazioni, o modi di dire;
- Ricordarsi di santificare le feste => partecipazione alla Messa domenicale e a quelle di precetto indicateci dalla Santa Chiesa;
Ø Nei riguardi del
prossimo e di sé stessi nel:
- Onorare il padre e la madre => obbedienza, rispetto, cura fisica, psichica, morale, vicinanza, consiglio;
- Non uccidere:
- in senso fisico
=> omicidio volontario, aborto, eutanasia, pena di morte, vendita di droghe
e tutto ciò che attenta alla sacralità della vita portandola alla morte fisica
(fumo, sport pericolosi, ecc.);
- in senso fisico-spirituale => prostituzione volontaria, sfruttamento della
prostituzione, violenze fiasche su minori o adulti, somministrazione di alcol o
accesso a giochi d’azzardo a minori o a coloro che né hanno dipendenza, scatti
di ira, violenza psicologica, omissione di soccorso nei riguardi di un
bisognoso, e tutto ciò che implica assistenza alla sacralità della vita non
prestata per paura, viltà, preoccupazione di perdere i propri beni a favore di
altri;
- in senso spirituale => parole, giudizi, mormorazioni, critiche,
diffamazioni;
- Non commettere atti impuri – adulterio => atti finalizzati, singolarmente o con altri, ad un piacere disonesto, immorale o anche precoce rispetto ad un corretto e sano sviluppo psico-fisico (minorenni che sperimentano ed usano il proprio corpo come strumento di appagamento e/o scoperta di una sessualità prematura), che sfrutti la propria fisicità o quella di diversi esseri viventi, creature di Dio, i quali, essendo figli dell’Altissimo, sono sacri e pertanto intoccabili se non nell’ottica di un legame santo come quello del matrimonio. Esso è violato seppur non sciolto, dal tradimento, fisico o psichico, dall’abbandono della casa, dalla separazione, dal divorzio e da tuto ciò che distrugge, mortifica e tenta di umiliare la sacralità dell’uomo in quanto creatura e dell’unione sponsale;
- Non rubare => non sottrarre ciò che appartiene ad altri, come non impossessarsi di cose senza il permesso di coloro che ne hanno la proprietà (tranne se si tratta di beni appartenenti alla propria famiglia di origine), o sottrarsi al pagamento di dipendenti e lavoratori in generale, non pagare le tasse, non restituire oggetti o denaro dato in prestito, o appropriarsi di somme date o ricevuto per errore (come anche rinvenire un bene come un portafogli ed avere la possibilità di restituirlo al legittimo proprietario, così come di un qualsiasi bene, ed al contrario ci si appropria del danaro in esso contenuto o del bene perché di valore), o ancora somme in eccesso rispetto ad un resto e non riconsegnate, o non aver adempiuto con diligenza ed onestà il proprio lavoro e dunque l’aver ricevuto del danaro per ciò che non si è compiuto o non risulta corrispondere ad una reale situazione personale o familiare così da poter ricevere maggiori quanto ingiusti benefici (assenteismo, scioperi non autorizzati, falso stato di malattia o invalidità, alterazione di stati familiari);
- Non dire falsa testimonianza => dalla semplice, quanto sempre nociva per se stessi e per gli altri, bugia, all’omissione volontaria di verità sotto giuramento innanzi a Dio (ad esempio nelle promesse matrimoniali) o innanzi agli uomini (in un processo davanti ad un giudice), come dalla giustificazione falsa per un male commesso senza assunzione di responsabilità, dal sottrarsi nel dare giusta e veritiera testimonianza di un fatto al quale si è assistito procurando una condanna o un male ingiusto ad un essere vivente;
- Non desiderare la donna/ uomo d'altri => in pensieri, parole, sguardi o qualsiasi opera con la quale si ricerca il possesso, anche solo idealmente o con i sensi, riportando alla mente idee, programmi, o progetti di desiderio verso un uomo o una donna consacrati nel vincolo santo del matrimonio, o consacrati in senso ministeriale o appartenetti ad un ordine (sacerdoti, suore o laici che hanno fatto specifici voti). Il signore Gesù ci ammonisce: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (Mt 5, 27-28)
- Non desiderare la roba d'altri => in pensieri, parole, sguardi o qualsiasi opera con la quale si ricerca il possesso, anche solo idealmente, verso beni appartenenti ad altri esseri viventi: invidia, concorrenza sleale, rivalità, rabbia o astio per successi umani e/o spirituali di altri fratelli.
Un
analisi concreta, senza timori perché confidante nella misericordia del
Signore, della propria condotta alla luce dei dieci comandamenti, in relazione
alle tre dinamiche della:
- preghiera => a Dio Padre;
- dell’elemosina => al prossimo;
- del digiuno => verso se stessi,
ci
permette di accedere al sacramento vivificante e santificante della Confessione
per poter prepararsi il più degnamente possibile al sacrifico eucaristico: la
Santa Messa. Essa è il culmine e centro della vita cristiana alla quale tutti
siamo invitati a partecipare e ad
esserne protagonisti con Cristo, per Cristo e in Cristo.
sabato 4 maggio 2013
Cinque modi per fermare l’aborto.
In America ci stanno lentamente riuscendo, così il medico
Randall K. O’Bannon ha consigliato anche all’Europa una serie di strategie
per mettere alla porta la cultura della morte. Questi approcci possono servire
alla causa pro-life in tutti i Paesi.
Strategia 1: raccontare sempre la
verità sul bambino.
Chi promuove l’aborto mente su tutto o quasi. La prima grande menzogna riguarda l’umanità del bambino non ancora nato, che viene negata in tutti i modi addirittura definendolo cellula indifferenziata o “tessuto”, qualcosa insomma che può e deve essere rimosso e gettato via come un unghia o un appendice tumorale del corpo della donna. Occorre dunque mostrare i libri scientifici di embriologia e dotare gli ospedali di ecografie 4D che mostrino davvero cosa siano l’embrione e il feto umano, concentrarsi sull’ascolto del battito del cuore del bambino inizia a tre settimane dal concepimento, informare nei consultori che il suo DNA è unico e irripetibile già dal momento del concepimento.
Chi promuove l’aborto mente su tutto o quasi. La prima grande menzogna riguarda l’umanità del bambino non ancora nato, che viene negata in tutti i modi addirittura definendolo cellula indifferenziata o “tessuto”, qualcosa insomma che può e deve essere rimosso e gettato via come un unghia o un appendice tumorale del corpo della donna. Occorre dunque mostrare i libri scientifici di embriologia e dotare gli ospedali di ecografie 4D che mostrino davvero cosa siano l’embrione e il feto umano, concentrarsi sull’ascolto del battito del cuore del bambino inizia a tre settimane dal concepimento, informare nei consultori che il suo DNA è unico e irripetibile già dal momento del concepimento.
Strategia 2: raccontare sempre la
verità sulla RU-486 e gli altri abortivi chimici.
L’industria dell’aborto è mantenuta economicamente dalle pillole abortive, come la RU-486. Per questo l’aborto chimico viene presentato come sicuro, semplice e alternativa non rischiosa dell’aborto chirurgico. La verità è gli aborti chimici sono complicati, dolorosi e rischiosi per la donna, con una miriade di altri effetti collaterali spiacevoli. Il tutto con una significativa possibilità che falliscano, causando la necessità di un aborti chirurgico.
L’industria dell’aborto è mantenuta economicamente dalle pillole abortive, come la RU-486. Per questo l’aborto chimico viene presentato come sicuro, semplice e alternativa non rischiosa dell’aborto chirurgico. La verità è gli aborti chimici sono complicati, dolorosi e rischiosi per la donna, con una miriade di altri effetti collaterali spiacevoli. Il tutto con una significativa possibilità che falliscano, causando la necessità di un aborti chirurgico.
Strategia 3: sostenere le alternative
all’aborto.
La legge 194 invita a non usare l’aborto come metodo anticoncezionale e stimola a offrire alla donna tutte le alternative possibili a questa tragica scelta, è proprio quello che gli abortisti non vogliono fare quando invitano a cacciare i pro-life dai consultori. Occorrono politiche che facilitino l’adozione immediata, de-burocratizzando i processi di affidamento ma mantenendoli comunque sicuri, occorro politiche economiche e sociali a sostegno della gravidanza e delle famiglie con bimbi, occorrono più centri come quelli in quasi ogni Diocesi che offrano una vasta gamma di servizi come i test di gravidanza gratuiti, psicologi che affrontino le esigenze delle madri, sconti sul cibo per i neonati, sull’abbigliamento ecc. Occorre facilitare la successiva ricerca di lavoro della madre, corsi di genitorialità ecc. La società dovrebbe avere tutto l’interesse per avviare queste politiche che sono un’investimento sul suo futuro, altro che nozze omosessuali!
La legge 194 invita a non usare l’aborto come metodo anticoncezionale e stimola a offrire alla donna tutte le alternative possibili a questa tragica scelta, è proprio quello che gli abortisti non vogliono fare quando invitano a cacciare i pro-life dai consultori. Occorrono politiche che facilitino l’adozione immediata, de-burocratizzando i processi di affidamento ma mantenendoli comunque sicuri, occorro politiche economiche e sociali a sostegno della gravidanza e delle famiglie con bimbi, occorrono più centri come quelli in quasi ogni Diocesi che offrano una vasta gamma di servizi come i test di gravidanza gratuiti, psicologi che affrontino le esigenze delle madri, sconti sul cibo per i neonati, sull’abbigliamento ecc. Occorre facilitare la successiva ricerca di lavoro della madre, corsi di genitorialità ecc. La società dovrebbe avere tutto l’interesse per avviare queste politiche che sono un’investimento sul suo futuro, altro che nozze omosessuali!
Strategia 4: abbattere la leggenda
dell’aborto terapeutico.
L’aborto viene imposto attraverso il mito del pericolo di salute della madre, eppure i Paesi in cui l’aborto è illegale, come Cile e Irlanda, sono anche quelli in cima alla classifica per quanto riguarda la salute materna. Grazie al progresso della medicina sono rarissimi i casi in cui la salute della donna è in pericolo a causa di una gravidanza, occorre dunque abolire il concetto di aborto terapeutico che risulta essere completamente inutile. Occorre inoltre informare delle pesanti e gravi conseguenze dell’aborto indotto sulla salute della donna, come dimostrano gli studi scientifici: dal cancro al seno alla Sindrome post aborto.
L’aborto viene imposto attraverso il mito del pericolo di salute della madre, eppure i Paesi in cui l’aborto è illegale, come Cile e Irlanda, sono anche quelli in cima alla classifica per quanto riguarda la salute materna. Grazie al progresso della medicina sono rarissimi i casi in cui la salute della donna è in pericolo a causa di una gravidanza, occorre dunque abolire il concetto di aborto terapeutico che risulta essere completamente inutile. Occorre inoltre informare delle pesanti e gravi conseguenze dell’aborto indotto sulla salute della donna, come dimostrano gli studi scientifici: dal cancro al seno alla Sindrome post aborto.
Strategia 5: ripristinare il rispetto
per la vita umana e per l’obiezione di coscienza.
Occorre un impegno anche politico verso il pieno riconoscimento del diritto fondamentale alla vita, il primo di tutti i diritti e per l’obiezione di coscienza dei medici e farmacisti. La vita umana è sacra per tutti, è l’unico vero bene che abbiamo e occorre difenderla dal concepimento fino al suo termine naturale, ognuno deve anche avere il diritto di rifiutarsi di compiere un omicidio, senza alcuna discriminazione lavorativa. Occorre un’educazione sociale, ma anche la politica dev’essere coinvolta. Per questo è importante firmare e invitare tutti ad aderire alla campagna europea “Uno di noi”, per sottolineare il riconoscimento giuridico dell’embrione.
Occorre un impegno anche politico verso il pieno riconoscimento del diritto fondamentale alla vita, il primo di tutti i diritti e per l’obiezione di coscienza dei medici e farmacisti. La vita umana è sacra per tutti, è l’unico vero bene che abbiamo e occorre difenderla dal concepimento fino al suo termine naturale, ognuno deve anche avere il diritto di rifiutarsi di compiere un omicidio, senza alcuna discriminazione lavorativa. Occorre un’educazione sociale, ma anche la politica dev’essere coinvolta. Per questo è importante firmare e invitare tutti ad aderire alla campagna europea “Uno di noi”, per sottolineare il riconoscimento giuridico dell’embrione.
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