sabato 1 giugno 2013
2 giugno: Solennità del Corpo e Sangue di Cristo.
La liturgia della Santa Chiesa, in questa solennità, si concentra sulla contemplazione del Mistero eucaristico. Siamo davanti al più grande gesto d'amore che si rinnova ogni giorno su tutti gli altari del mondo dove un sacerdote celebrando la Santa Messa, memoriale della Pasqua di morte e risurrezione di nostro Signore, per mezzo dell'azione dello Spirito Santo, rende pane e vino, Corpo e Sangue di Gesù. In ciò, l'Eucaristia diviene il segno più alto, più nobile e più profondo di quella che noi consideriamo la "follia" d'amore di Dio, che trova il suo culmine nell'offerta del'Unigenito sulla Santa Croce.
Nell'Eucaristia si realizza il desiderio di Cristo di restare per sempre accanto all'uomo per fargli gustare effettivamente e concretamente la gioia d'essere figlio di Dio.
Senza una vita eucaristica sentita, vissuta, approfondita nell'assidua adorazione del Santissimo Sacramento, si perde molto della vocazione battesimale. Il Corpo e Sangue di Gesù sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Ecco perché l'annuale solennità del Corpus Domini è un fortissimo richiamo per tutti i fedeli alla centralità dell'Eucaristia, fonte unica di vita eterna.
SEQUENZA
Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
E il banchetto del nuovo Re,
nuova, Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo,
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l'esito!
Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell'intero.
È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Amen.
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