Il termine epifania deriva dal greco, epifaneia, che può avere molteplici significati: manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina. Nella forma assume anche la valenza di "Natività di Cristo", oltre che di "Epifania" come noi la intendiamo.
Nel linguaggio contemporaneo Epifania sta ad indicare una festa cristiana che cade il 6 gennaio, cioè dodici giorni dopo il Natale. Con la Pasqua, l'Ascensione, la Pentecoste ed il Natale, quella dell'Epifania costituisce una delle massime solennità che la Chiesa celebra. Dai greci, questo termine veniva utilizzato per indicare l'azione o la manifestazione di una divinità (mediante miracoli, visioni, segni, ecc.).
Nel III secolo i cristiani iniziarono a commemorare, con il termine Epifania, le manifestazioni divine (come i miracoli, i segni, le visioni, ecc.) di Gesù. In particolare, tra queste manifestazioni si ricorda: l'adorazione da parte dei Magi, il battesimo di Gesù ed il primo miracolo avvenuto a Cana di Galilea (la trasformazione dell’acqua in vino). Ad oggi si intende, più genericamente, la prima manifestazione pubblica della divinità, con la visita dei Magi.
Secondo il Vangelo di San Matteo (Mt 2,2) i Magi, guidati in Giudea da una stella, portarono in dono a Gesù bambino, riconosciuto come "Re dei Giudei", oro (omaggio alla sua regalità), incenso (omaggio alla sua divinità) e mirra (anticipazione della sua futura sofferenza redentrice) e lo adorarono.
In definitiva con l'Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù, vero Dio e vero Uomo, all'intera umanità: con la visita solenne, l'offerta di doni altamente significativi e l'adorazione dei magi, autorevoli esponenti di un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo.
Significato cristologico
L’epifania, dunque, risulta essere un avvenimento di fondamentale importanza per la tradizione cristiana, in quanto fa risaltare la venuta del Salvatore incarnato in una vergine di Nazareth: Maria Santissima. Ancor più la nascita in un piccolo ed isolato paesino del regno di Israele ci segnale come Dio, l’Onnipotente, con umiltà, e come una piccola fiammella accesa nella notte, sia venuto ad illuminare e risanare le difficoltà di ogni uomo. In questo conteso l’arrivo dei magi dall’Oriente a Betlemme per adorare il Messia, rappresenta il segno della manifestazione del Re universale ai popoli e a tutti gli uomini che cercano la verità; rappresenta il segno del bene fedele e tenace di Dio che mai viene meno al suo amore paterno verso i suoi figli; è ancora segno del coraggio dell’uomo, che desideroso di conoscere la Via, la Verità e la Vita, intraprende un lungo viaggio seguendo una stella, arrivando, da re che erano, ad inginocchiarsi innanzi ad un Bambino: Gesù Cristo nostro Signore.
Spunti di riflessione
In questo giorno, per mezzo della preghiera e dei sacramenti, sforziamoci di meditare il senso profondo della volontà di Dio che ha scelto di relazionarsi con l’uomo per mezzo del suo figlio unigenito Gesù Cristo, il quale non esiterà un solo istante ad aprire le sue braccia per amor nostro morendo sulla croce.
Tu scendi dalle stelle
Tu scendi dalle stelle o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar.
O Dio beato!
Ah! Quanto ti costò l'avermi amato.
Ah! Quanto ti costò l'avermi amato.
A te che sei del mondo il Creatore,
mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto, quanta questa povertà
più mi innamora, giacchè ti fece amor povero ancora.
Giacchè ti fece amor povero ancora.
Tu lasci del tuo Padre il divin seno,
per venire a tremar su questo fieno;
per venire a tremar su questo fieno.
Caro eletto del mio petto, dove amor ti trasportò!
O Gesù mio, perchè tanto patir, per amor mio...
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