“Come sei caduto dal Cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora! Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni! Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in Cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”.
martedì 2 ottobre 2012
I Santi Angeli Custodi
Di Antonio Borrelli
Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli
l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto.
Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice
che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei
Cieli.
Figure celesti presenti nell'universo religioso e
culturale della Bibbia e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto
forza mediatrice tra Dio e la
Terra ), gli Angeli trovano l'origine del proprio nome nel
vocabolo greco anghelos =messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il
termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione.
Ed è proprio con questo significato che la parola
ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che
ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie:
Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati,
Arcangeli, Angeli.
Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni
liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei
film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne
esclusivamente l'aspetto estetico e formale.
Martirologio
Romano: Memoria dei Santi Angeli Custodi, che, chiamati in
primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche
inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro
invisibile ma premurosa presenza.
La memoria dei Santi Angeli, oggi
espressamente citati nel “Martirologio
Romano” della Chiesa Cattolica, come Angeli Custodi, si celebra dal 1670 il
2 ottobre, data fissata da Papa Clemente X (1670-1676).
Ma chi sono gli Angeli e che
rapporto hanno nella storia del genere umano? Prima di tutto l’esistenza degli
Angeli è un dogma di Fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno,
Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I
(1869-70).
Tutto ciò che riguarda gli Angeli,
ha costituito una scienza propria detta ‘angelologia’; e tutti i Padri della
Chiesa e i teologi, hanno nelle loro argomentazioni, espresso ed elaborato varie
interpretazioni e concetti, riguardanti la loro esistenza, creazione,
spiritualità, intelligenza, volontà, compiti, elevazione e caduta. Come si vede
la materia è così vasta e profonda, che è impossibile in questa scheda succinta,
poter esporre esaurientemente l’argomento, ci limiteremo a dare qualche cenno
essenziale.
Esistenza e creazione
La creazione degli Angeli è
affermata implicitamente almeno in un passo del Vecchio Testamento, dove al
Salmo 148 (Lode cosmica), essi sono invitati con le altre creature del Cielo e
della terra a benedire il Signore: “Lodate il Signore dai Cieli, lodatelo
nell’alto dei Cieli. Lodatelo, voi tutti suoi Angeli, lodatelo, voi tutte sue
schiere… Lodino tutti il nome del Signore, perché al suo comando ogni cosa è
stata creata”.
Nel nuovo Testamento (Col 1,16) si
dice: “Per mezzo di Cristo sono state
create tutte le cose nei Cieli e sulla terra”. Quindi anche gli Angeli sono
stati creati e se pure la tradizione è incerta sul tempo e nell’ordine di questa
creazione, essa è ritenuta dai Padri indubitabile; certamente prima dell’uomo,
perché alla cacciata dal Paradiso terrestre di Adamo ed Eva, era presente un
Angelo, posto poi a guardia dell’Eden, per impedirne il ritorno dei nostri
progenitori.
Spiritualità
La spiritualità degli Angeli, è
stata oggetto di considerazioni teologiche fra i più grandi Padri della Chiesa;
S. Giustino e S. Ambrogio attribuivano agli Angeli un corpo, non come il nostro,
ma luminoso, imponderabile, sottile; S. Basilio e S. Agostino furono esitanti e
si espressero non chiaramente; S. Giovanni Crisostomo, S. Gerolamo, S. Gregorio
Magno, asserirono invece l’assoluta spiritualità; il già citato Concilio
Lateranense IV, quindi il Magistero della Chiesa, affermò che gli Angeli sono
spirito senza corpo.
L’angelo per la sua semplicità e
spiritualità è immortale e immutabile, privo di quantità non può essere
localmente presente nello spazio, però si rende visibile in un luogo per
esplicare il suo operato; non può moltiplicarsi entro la stessa specie e S.
Tommaso d’Aquino afferma che tante sono le specie angeliche quanti sono gli
stessi Angeli, l’uno diverso dall’altro.
Nella Bibbia si parla di Angeli
come di messaggeri ed esecutori degli ordini divini; nel Nuovo Testamento essi
appaiono chiaramente come puri spiriti. Nella credenza ebraica essi furono
talvolta avvicinati a esseri materiali, ai quali si offriva ospitalità, che essi
ricambiavano con benedizioni, promesse di prosperità, ecc.
Intelligenza e volontà
L’Angelo in quanto essere
spirituale non può essere sprovvisto della facoltà dell’intelligenza e della
volontà; anzi in lui debbono essere molto più potenti, in quanto egli è puro di
spirito; sulla prontezza e infallibilità dell’intelligenza angelica, come pure
sull’energia, la tenace volontà, la libertà superiore: il grande Dottore
Angelico, S. Tommaso d’Aquino, ha scritto ampiamente nella sua “Summa
Theologica”, alla quale si rimanda per un approfondimento.
Elevazione
Caduta
Il Concilio Lateranense IV, definì
come verità di Fede che molti Angeli, abusando della propria libertà caddero in
peccato e diventarono cattivi. San Tommaso affermò che l’Angelo poté commettere
solo un peccato d’orgoglio, lo spirito celeste deviò dall’ordine stabilito da
Dio e non accettandolo, non riconobbe al disopra della sua perfezione, la
supremazia divina, quindi peccato d’orgoglio cui conseguì immediatamente un
peccato di disobbedienza e d’invidia per l’eccellenza
altrui.
Altri peccati non poté
commetterli, perché essi suppongono le passioni della carne, ad esempio l’odio,
la disperazione. Ancora S. Tommaso d’Aquino specifica, che il peccato
dell’Angelo è consistito nel volersi rendere simile a Dio.
La tradizione cristiana ha dato il nome di
Lucifero al più bello e splendente degli Angeli e loro capo, ribellatosi a Dio e
precipitato dal Cielo nell’inferno; l’orgoglio di Lucifero per la propria
bellezza e potenza, lo portò al grande atto di superbia con il quale si oppose a
Dio, traendo dalla sua parte un certo numero di
Angeli.
Contro di lui si schierarono altri
Angeli dell’esercito celeste capeggiati da Michele, ingaggiando una grande e
primordiale lotta nella quale Lucifero con tutti i suoi, soccombette e fu
precipitato dal Cielo; egli divenne capo dei demoni o diavoli nell’inferno e
simbolo della più sfrenata superbia.
Il nome Lucifero e la sua
identificazione con il capo ribelle degli angeli, derivò da un testo del profeta
Isaia (14,12-15) in cui una satira sulla caduta di un tiranno babilonese, venne
interpretata da molti scrittori ecclesiastici e dallo stesso Dante (Inf. XXIV),
come la descrizione in forma poetica della ribellione celeste e della caduta del
capo degli angeli.
“Come sei caduto dal Cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora! Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni! Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in Cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”.
“Come sei caduto dal Cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora! Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni! Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in Cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”.
L’esercito celeste
La figura dell’Angelo come simbolo
delle gerarchie celesti, in genere appare fin dai primi tempi del cristianesimo,
collocandosi in prosecuzione della tradizione ebraica e come trasformazione dei
tipi precristiani delle Vittorie e dei Geni alati, che avevano anche la funzione
mediatrice, tra le supreme divinità e il mondo terrestre.
Attraverso l’insegnamento del “De
celesti hierarchia” dello pseudo Dionigi l’Areopagita, essi sono distribuiti in
tre gerarchie, ognuna delle quali si divide in tre cori.
La prima gerarchia comprende i
Serafini, i Cherubini e i Troni; la seconda le Dominazioni, le Virtù, le
Potestà; la terza i Principati, gli Arcangeli e gli
Angeli.
I cori si distinguono fra loro per
compiti, colori, ali e altri segni identificativi, sempre secondo lo pseudo
Areopagita, i più vicini a Dio sono i serafini, di colore rosso, segno di amore
ardente, con tre paia di ali; poi vengono i cherubini con sei ali cosparse di
occhi come quelle del pavone; le potestà hanno due ali dai molti colori; i
principati sono Angeli rivolti verso Dio e così via.
Più distinti per la loro specifica
citazione nella Bibbia, sono gli Arcangeli, i celesti messaggeri, presenti nei
momenti più importanti della Storia della Salvezza; Michele presente sin dai
primordi a capo dell’esercito del cielo contro gli angeli ribelli, apparve anche
a Papa S. Gregorio Magno sul Castel S. Angelo a Roma, lasciò il segno della sua
presenza nel Santuario di Monte S. Angelo nel Gargano; Gabriele il messaggero di
Dio, apparve al profeta Daniele; a Zaccaria annunciante la nascita di S.
Giovanni Battista, ma soprattutto portò l’annuncio della nascita di Cristo alla
Vergine Maria; Raffaele è citato nel Libro di Tobia, fu guida e salvatore dai
pericoli del giovane Tobia.
L’Angelo nella Bibbia
Specifici episodi del Vecchio e
Nuovo Testamento, indicano la presenza degli Angeli: la lotta con l’Angelo di
Giacobbe (Genesi 32, 25-29); la scala percorsa dagli Angeli, sognata da Giacobbe
(Genesi, 28, 12); i tre Angeli ospiti di Abramo (Genesi, 18); l’intervento
dell’Angelo che ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare Isacco; l’Angelo
che porta il cibo al profeta Elia nel deserto.
L’annuncio ai pastori della
nascita di Cristo; l’Angelo che compare in sogno a Giuseppe, suggerendogli di
fuggire con Maria e il Bambino; gli Angeli che adorano e servono Gesù dopo le
tentazioni nel deserto; l’Angelo che annunciò alla Maddalena e alle altre donne,
la resurrezione di Cristo; la liberazione di S. Pietro dal carcere e dalle
catene a Roma; senza dimenticare la cosmica e celeste simbologia angelica
dell’Apocalisse di S. Giovanni Evangelista.
L’Angelo Custode
Infine l’Angelo Custode,
l’esistenza di un Angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita
fino alla morte, è citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel
Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di
questi piccoli, perché vi dico che i loro Angeli nel Cielo vedono sempre la
faccia del Padre mio che è nei Cieli”.
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