Ricordava d’aver mentito tante volte nel suo lavoro. I suoi pensieri si volgevano a quelle persone a cui aveva rubato e alle altre che avevano derubato lui, con inganni e sotterfugi. Ricordava la famiglia nella quale era vissuto: un problema dopo l’altro!
Poi la malattia che aveva e che nessun medico aveva potuto guarire. La sua mente era piena di rabbia, di risentimento e frustrazione.
Passeggiando confuso e solitario nel bosco cercava risposte che non trovava, certo che tutto era inutile e destinato a fallire.
Allora si inginocchiò alla base di un vecchio albero di Quercia, che sapeva essere lì da sempre e cominciò a pregare con gli occhi pieni di lacrime:
"Dio, Tu hai fatto cose meravigliose per me in questa vita.
Mi ha detto di amarla, onorarla e rispettarla.
Oggi, Tu mi dici di perdonare… ma sono triste, perché non posso, non riesco! Non so come fare. Non è giusto. Io non meritavo che i miei fratelli mi offendessero: hanno agito contro di me ed io non voglio perdonare, non posso!
Questa è l’unica cosa che non posso fare, perché io non so perdonare. La mia rabbia è così profonda, Signore, che non riesco più a sentirti nel mio cuore, però… Ti prego: insegnami, insegnami a perdonare."
Continuando a stare in ginocchio, nell'ombra quieta di quel vecchio albero di Quercia, sentì qualcosa che gli cadde sopra la spalla. Aprì gli occhi. Con la coda dell’occhio vide qualcosa di rosso sulla sua camicia.
Allora alzò la testa e vide due piedi trattenuti al legno con un grande chiodo che li trafiggeva.
Guardò più in alto e vide chiodi anche nelle mani: era Gesù che pendeva dalla croce. Riguardò ancora le ferite delle mani, del suo fianco. Era un corpo lacerato e battuto dalle frustate e profonde spine gli trafiggevano la testa. Alla fine vide la sofferenza e il profondo dolore sulla Sua faccia, radiosa e splendente. In un lampo i loro occhi si incontrarono e Gesù cominciò a parlare:
"Figlio, hai mai detto falsità?”
L’uomo rispose: “Sì, Signore!"
“Hai sempre fatto del bene al tuo prossimo?”
L’uomo rispose: “No, Signore.!"
"Hai mai rubato?"
L’uomo rispose: “Sì, Signore!"
"Hai mai giurato, e usato invano il nome di mio Padre?
L'uomo, tra le lacrime, rispose "Sì, Signore!"
Gesù continuò a porgli amorevolmente domande sulla sua vita e se avesse avuto questo e quel comportamento privo d’amore verso Dio e il prossimo e all’uomo non rimaneva che rispondere sempre ed amaramente: "Sì, Signore!"
Ad un tratto Gesù girò la testa verso ciò che era caduto sulla camicia di quell’uomo. Era una goccia del suo preziosissimo Sangue.
Quando l’uomo guardò di nuovo in alto, i suoi occhi incontrarono quelli teneri ed affettuosi di Gesù: era uno sguardo d’amore che l’uomo non aveva mai visto e che mai i suoi occhi avevano conosciuto prima.
Disse Gesù: "Io non meritavo tutto questo, ma ti perdono, figlio mio! Va in pace e non peccare più" (Gv 8, 1-11).
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