L’INDULGENZA: che cosa è?
giovedì 2 agosto 2012
IL PERDONO DI ASSISI
COME OTTENERE L’INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI
ASSISI
(Per sé o per i
defunti)
Dal mezzogiorno
del primo agosto
alla mezzanotte
del giorno seguente (2 agosto),
si può lucrare
una volta sola l’indulgenza plenaria.
CONDIZIONI
RICHIESTE:
1 - Visita, entro il tempo
prescritto, a una Chiesa Cattedrale o parrocchiale o francescana e recita del
“Padre Nostro” (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel
Battesimo) e del “Credo” (con cui si rinnova la propria Professione di
Fede).
2 - Confessione Sacramentale per
essere in Grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o
seguenti).
3 - Partecipazione alla Santa
Messa e Comunione Eucaristica.
4 - Una preghiera secondo le
intenzioni del Papa (almeno un Padre
Nostro e un’Ave Maria) per
riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro
visibile di unità è il Romano Pontefice.
5 - Disposizione d’animo che
escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.
Le condizioni di cui ai numeri 2,
3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in
cui si visita la
Chiesa ; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e
la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in
cui si compie la visita.
L’INDULGENZA: che cosa è?
I peccati non solo distruggono o
feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l’equilibrio interiore
della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento
totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche una riparazione del disordine
provocato, che di solito continua a sussistere.
In questo impegno di purificazione
il penitente non è isolato. Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per
cui la santità di Cristo e dei Santi giova anche a lui. Dio gli comunica le
Grazie da altri meritate con l’immenso valore della loro esistenza, per rendere
più rapida ed efficace la sua riparazione.
(C.E.I. - Catechismo degli adulti,
n. 710)
COME SAN FRANCESCO CHIESE ED OTTENNE
L’INDULGENZA DEL PERDONO
Una notte dell’anno del Signore
1216, Frate Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella
chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una
vivissima luce e Frate Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce
e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di
Angeli. Frate Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!
Gli chiesero allora che cosa
desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Frate Francesco fu
immediata: “Signore, benché io sia misero
e peccatore, Ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a
visitare questa Chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa
remissione di tutte le colpe”.
“Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande
-gli disse il Signore-, ma di maggiori cose sei degno e di
maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al
mio Vicario in terra, da parte mia, questa
indulgenza”.
E Francesco si presentò subito al
Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli
raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche
difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa
indulgenza?”. Frate Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma
anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E
Frate Francesco: “Santo Padre, a me basta
la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a
manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento: questa carta deve
essere la Santissima
Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”.
E qualche giorno più tardi,
insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra
le lacrime: “Fratelli miei, voglio
mandarvi tutti in Paradiso!”.
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