martedì 1 luglio 2014
Luglio: mese del Preziosissimo Sangue di nostro Signore Gesù Cristo
Nel mese di Luglio la Santa Chiesa festeggia ed inneggia, al "nettare" di vita eterna: il Preziosissimo Sangue di nostro Signore Gesù Cristo. Teologicamente parlando è ciò che ha concesso la redenzione di tutto il genere umano. Difatti, è dalla nascita di Cristo che ogni goccia del suo sangue è servita a sottrarre le nostre anime dalla morte eterna: l'inferno. Dalla circoncisione, passando alla sudorazione di sangue nell’Orto degli Ulivi, sino all'apertura del costato dal quale la fuoriuscita assieme all'acqua hanno simboleggiato l'istituzione dei due sacramenti quali: battesimo ed eucaristia. Proseguendo sulla riflessione, non sono state le singole azioni di Gesù Cristo a contraddistinguere il suo ministero di Figlio di Dio, ma bensì il suo sacrificio di sangue: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (Gv 15,13). Etimologicamente amico deriva dal latino amicus ed ha la stessa radice di amare e nella sua analisi più profonda significa: che si ama/che ama. Dunque, innestando questa significazione nella frase giovannea si potrebbe dire che: "Nessuno ha un amore più grande (...) dare la sua vita per (al posto di) colui che si ama". Pertanto il Sangue di Gesù è stato versato, come recita la preghiera eucaristica: "...per molti" e voglio ricordare che quel per molti deve essere inteso: "in sostituzione di - al posto di": me, te che leggi. La potenza di questa linfa vitale si evidenzia nelle due citazioni paoline: "Quando sono debole è allora che sono forte" (2 Cor 12, 10) e "Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe (...). La carità non avrà mai fine" (1 Cor 13, 1-13). Il sangue è ciò che mantiene in vita ogni essere vivente e perderlo significa morire, ma per gli antichi la perdita di sangue significava anche impurità (si ricordi l'emorroissa guarita toccando semplicemente il mantello del Maestro) e dunque di debolezza. Come sempre Gesù ribalta ogni concezione umana e fa del suo sangue il segno della vittoria, della potenza e della sua regalità. Il suo trono sarà la croce e il suo scettro il sangue versato con il quale ha tracciato la qualità della via e della vita per chiunque voglia seguirlo: il martirio della carità. Ricorderà Cristo stesso agli apostoli: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi" .(Mc 10, 29 - 31). La seconda citazione Paolina, racchiusa nell'Inno alla Carità, ci ricorda che non c'è croce senza, carità, volontà amante per l'amato spinta sino all'effusione dell'ultima goccia di sangue. Si legge nel vangelo di San Giovanni: "Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine" (Gv 13,1). Quel: "(...) li amò sino alla fine" testimonia proprio l'effusione di tutto ciò che Gesù Cristo come vero uomo poté dare per i propri amati: l'umanità intera. Senza compromessi, senza risparmiare nulla di quanto la sua umanità incarnata nel seno della Vergine Maria, gli ha concesso di soffrire e offrire per amor nostro: il Suo Preziosissimo Sangue!
In conclusione è il Sangue di Cristo Gesù che ci ha redento; è il Sangue dell'Agnello senza macchia che cancella ogni nostra colpa durante la confessione (difatti scende, realmente e non metaforicamente, sulle nostre anime ogni volta che il sacerdote impartisce l'assoluzione); è per il Sangue del nostro Creatore che satana è stato già sconfitto, e sarà per lo stesso Sangue della Vittima Santa che ognuno di noi può e deve tendere alla vita eterna e guadagnarla!
Non perdiamo la via maestra segnataci ad un prezzo così elevato: la morte del Figlio di Dio. Finché siamo in vita tutto possiamo fare e realizzare per amore di Cristo e per Lui per i fratelli e per amore raggiungere la gloria eterna. Una volta chiusi gli occhi cosa rimarrà? Quanto abbiamo amato a prezzo del nostro sangue nella verità della carità!
Sulla destra del blog e dedicata una sezione di preghiere al Preziosissimo Sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
Avvaliamoci spesso di questa straordinaria e potente preghiera ricordando che: “…per il Suo sangue noi siamo stati guariti e salvati”.
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Ciao ,
RispondiEliminaho realizzato un documentario su San Domenico Abate, saresti così gentile da vederlo (se ti va) e se ti piace mi aiutassi a diffonderlo, ecco il link del mio canale ERODOTO TV su YT:
https://www.youtube.com/watch?v=Bn-ZgjERLJg&t=45s
Enzo